Comune di Greve in Chianti


Amerigo Vespucci

Che la famiglia Vespucci risiedesse nell’antico castello di Montefioralle è cosa certa, attestata dalla presenza di un edificio indicato come la casa in cui abitarono i suoi membri e dal ritrovamento della tomba dell’ultimo Vespucci, nel 1954, durante l’opera di ristrutturazione del cimitero di Montefioralle.
Amerigo Vespucci nacque a Firenze il 9 marzo 1454, morì a Siviglia il 22 febbraio 1512.
Fu cosmografo ed esploratore al servizio del Portogallo e della Spagna. Precedentemente era stato impiegato di Giannotto Berardi, il quale dirigeva a Siviglia la succursale dei banchieri italiani de' Medici. Morto Berardi, nel 1495, diresse la succursale e allestì le navi per il secondo viaggio di Colombo, del quale fu sempre amico.
Nel 1499, come pilota d'Alfonso de Ojeda, giunse in Venezuela e in Colombia. Forse fu lui che chiamò quella prima terra 'Venezuela', o piccola Venezia, dato che gli indigeni di Maracaibo costruivano le loro case nell'acqua. In altri due viaggi arrivò in Brasile, costeggiando buona parte del Sudamerica, e fondando la prima fattoria portoghese.
La rapida diffusione delle lettere circolate a suo nome indussero il cartografo Martin Waldseemüller a usare il genere femminile (America) del suo nome latinizzato (Americus Vespucius), per indicare il nuovo continente in una carta del  mondo disegnata nel 1507, contenuta nella Cosmographiae Introductio.
Il merito di Vespucci fu quello di essersi reso conto che la terra era più grande di quello che si credeva; precisò che aveva 40.000 chilometri di circonferenza, intuì l'esistenza di un oceano tra il Nuovo Mondo e l'Asia e fu il primo a scoprire che le nuove terre formavano un continente nuovo. L'importanza di Amerigo Vespucci sta anche nelle sue lettere, dalle quali il pubblico europeo ricevette per la prima volta informazioni relative all'America, il nuovo continente scoperto al di là dell'Oceano Atlantico.

In foto: ritratto di Amerigo Vespucci, tuttora conservato agli Uffizi, dipinto con ogni propabilità da Cristofano dell'Altissimo sulla metà del '500 per la collezione di anonimi illustri di Cosimo I dei Medici.


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